Non chiedetemi cosa voglio fare da grande!

"Cosa vuoi fare da grande?"

Continuamente ripetuta da parenti, conoscenti e sconosciuti, è una delle domande più comuni che vengono fatte per entrare in relazione con i bambini.

La domanda, posta in genere con leggerezza, implica invece da parte del bambino un importante esercizio di immaginazione, di analisi delle proprie aspirazioni e di focus su un obiettivo.

E’ per questo che non tutti i bambini si sentono a proprio agio nel rispondere.

Basti ripensare a tutte le volte che abbiamo ricevuto la stessa domanda da piccoli.

Che sensazione ricordiamo? Piacevole o di disagio?

Quante volte non abbiamo saputo rispondere e quante altre abbiamo dato risposte che non pensavamo?

Tuttora, da adulti, ci si interroga sul futuro e non sempre ci piace esternare i nostri programmi a lungo temine agli altri.

I bambini costruiscono giorno dopo giorno il loro mondo.

Lo fanno provando e riprovando con la fantasia e immedesimandosi negli adulti di riferimento.

Ma immaginarsi nel futuro e dichiarare apertamente la loro visione non è sempre un gioco divertente.

I motivi di questa difficoltà da parte dei bambini alla domanda “cosa vuoi fare da grande?” possono essere diversi.

Non sanno cosa vogliono fare da grandi.

Non tutti i bambini hanno le idee chiare su cosa desiderano diventare da grandi.

Rispondere significa per loro compiere uno sforzo non indifferente di immaginazione.

I loro interessi sono variegati e finalizzati ad un divertimento nel presente e non sempre vengono tradotti in un’aspirazione futura.

Sanno cosa vogliono fare da grandi ma non vogliono condividerlo.

Alcuni hanno invece le idee chiare ma non vogliono condividerle con gli altri.

Raccontare i propri sogni è qualcosa di personale. Farlo significa confidarsi in modo profondo. 

Difficile, quindi, per i meno estroversi aprirsi se non hanno prima instaurato un rapporto di confidenza.

Hanno tante possibili risposte.

Alcuni bambini hanno invece tanti interessi, tante passioni che vorrebbero portare avanti da grandi.

Nel loro caso, rispondere con un unico mestiere, come gli adulti in genere si aspettano, sarebbe riduttivo e quindi faticano ad incasellarsi in un’unica risposta.

Hanno idee ritenute troppo o troppo poco "ambiziose"

Altri bambini hanno grandi sogni o sono, al contrario, affascinati da mestieri molto semplici.

In entrambi i casi, a volte, le loro risposte incontrano risolini che tendono a sminuire il loro pensiero.

Questo inibisce le risposte spontanee e soprattutto la loro successiva argomentazione.

Dal canto nostro, ci chiediamo mai con quale intenzione poniamo la domanda?

Spesso solo per consuetudine sociale.

Questo viene percepito dal bambino, soprattutto se la riceve di frequente, formulata sempre allo stesso modo e se ad essa non fanno seguito approfondimenti interessati.

Tenendo presenti i diversi punti di vista dei bambini è chiaro, dunque, il perché una “semplice” domanda come “cosa vuoi fare da grande?” può arrivare a creare troppe aspettative e generare ansie, a tutte le età.

 

I bambini vivono molto nel presente ed è su quello che dovremmo focalizzarci.
Loro non sono solo gli adulti del futuro …sono i “bi-sogni” che esprimono oggi!

Ricordiamoci allora che se è nostro sincero interesse conoscere i sogni dei bambini, possiamo farlo non solo ponendo loro la fatidica domanda “cosa vuoi fare da grande?” ma anche in infiniti altri modi.

Attraverso il dialogo possiamo indagare i loro interessi presenti che sono altrettanto meritevoli di curiosità dei loro sogni futuri.

Attraverso il gioco possiamo coinvolgerli in attività ludiche di ruolo, allenando la loro immaginazione e interpretando le loro attitudini.

Ricordando sempre loro che possono seguire le inclinazioni ma anche percorrere strade nuove per esprimere appieno loro stessi.

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